Per lavoro da ventitré anni produco bottoni, il che idealmente è qualcosa di utile. Ma lo faccio anche per forze dell'ordine di cui non sempre approvo l'operato, per aziende di moda che fanno pagare i loro capi molto più di quanto sarebbe lecito farli pagare (il mio è tutto tranne che un mestiere pulito, ma immagino di essere una delle rotelle con condizioni migliori all'interno della filiera), per istituzioni che cambiano divise con una cadenza che mi fa chiedere "era davvero necessario?" Interrogarsi sulla necessità e sostenibilità del proprio lavoro è uno dei migliori modi per complicarsi la vita, ma è necessario per farsi una coscienza critica.
Interrogarsi porta sempre grattacapi. Quante volte si sente la frase "non farti o non fare troppe domande". Spesso è rischioso, ma il risultato della mancanza di pensiero critico è ciò che abbiamo ora, e non è un granché. Quindi che ci siano queste domande, magari col tempo arriveranno nuove risposte
Io insegno. Ho scelto questo lavoro proprio perché ha significato, e perché vedo i risultati quasi quotidianamente - a volte i risultati di cinque anni prima, a volte quelli del lavoro del giorno precedente, ma in continuazione mi ricordo del perché faccio questo lavoro.
Non potrei mai fare qualcosa di insensato, col mio carattere o mi licenzio subito o cado in una depressione tale da puntare all'estremo gesto, e dico sul serio.
Insegnare è una delle cose più belle e difficili che ci possano essere, ci ho pensato anche io tempo fa, ma la procedura per diventarlo è sempre più a ostacoli. Capisco ciò che dici, non sai quanto, grazie per il commento
Sì, soprattutto per i gradi superiori sta diventando un incubo, vedo il mio compagno (prof di matematica). Per noi (maestrə) è un po’ più facile, almeno è sempre quella - laurea in scienze della formazione e concorso. Per i gradi superiori cambia di continuo e spillano soldi in modo vergognoso.
Per lavoro da ventitré anni produco bottoni, il che idealmente è qualcosa di utile. Ma lo faccio anche per forze dell'ordine di cui non sempre approvo l'operato, per aziende di moda che fanno pagare i loro capi molto più di quanto sarebbe lecito farli pagare (il mio è tutto tranne che un mestiere pulito, ma immagino di essere una delle rotelle con condizioni migliori all'interno della filiera), per istituzioni che cambiano divise con una cadenza che mi fa chiedere "era davvero necessario?" Interrogarsi sulla necessità e sostenibilità del proprio lavoro è uno dei migliori modi per complicarsi la vita, ma è necessario per farsi una coscienza critica.
Interrogarsi porta sempre grattacapi. Quante volte si sente la frase "non farti o non fare troppe domande". Spesso è rischioso, ma il risultato della mancanza di pensiero critico è ciò che abbiamo ora, e non è un granché. Quindi che ci siano queste domande, magari col tempo arriveranno nuove risposte
Io insegno. Ho scelto questo lavoro proprio perché ha significato, e perché vedo i risultati quasi quotidianamente - a volte i risultati di cinque anni prima, a volte quelli del lavoro del giorno precedente, ma in continuazione mi ricordo del perché faccio questo lavoro.
Non potrei mai fare qualcosa di insensato, col mio carattere o mi licenzio subito o cado in una depressione tale da puntare all'estremo gesto, e dico sul serio.
Insegnare è una delle cose più belle e difficili che ci possano essere, ci ho pensato anche io tempo fa, ma la procedura per diventarlo è sempre più a ostacoli. Capisco ciò che dici, non sai quanto, grazie per il commento
Sì, soprattutto per i gradi superiori sta diventando un incubo, vedo il mio compagno (prof di matematica). Per noi (maestrə) è un po’ più facile, almeno è sempre quella - laurea in scienze della formazione e concorso. Per i gradi superiori cambia di continuo e spillano soldi in modo vergognoso.